
Ero negli Stati Uniti il giorno del tentativo di omicidio nei confronti dello scrittore Salman Rushdie. L'eco dell'aggressione è risuonato molto forte, credo più che in Italia. Al di là di ciò, delle distanze, di un oceano che ci divide, sono molte le cose che ci legano in quanto "occidentali". Una su tutte, il senso di democrazia.
Ma voglio andare addirittura oltre. Alcuni valori fanno parte dell'essere umano, a prescindere dalla nazionalità, dal colore della pelle, dalle latitudini, dalla storia e dalla morale che ciascuno ha.
Io sono per il pluralismo. E tu?
Io sono per la tolleranza. E tu?
E sono anche per il rispetto delle leggi. E tu?
Oltre a essere contro il fanatismo. E tu?
Ognuno, in qualsiasi parte del mondo, dovrebbe poter esprimere sempre la propria idea. Ciò non significa che sia la verità. Ma la libertà è anche questo. Altra cosa, ovviamente, è imporre ad altri per forza la propria idea. Questo non mi vede d'accordo.
Il mondo occidentale e noi italiani, più in particolare, siamo sempre stati un crocevia di genti e di commerci, di campanili e lotte per l'unità, di umanisti e di esploratori.
Lo sapevi che, oggi, il 40% degli abitanti degli Stati Uniti ha discendenti sbarcati a New York tra la fine dell'800 e gli inizi del 900?
Per questo non capisco, anzi non accetto, chi sia contro l'integrazione. Allo stesso tempo, sono contrario ad un accesso incondizionato e senza regole nel nostro Paese.
Abbiamo bisogno anche di nuovi immigrati: volenterosi, capaci, pronti a dire la loro per sentirsi in una nuova casa, contribuendo a renderla migliore.
Per fare questo ci vogliono poche regole, semplici e chiare. Da rispettare in toto. Chi ha voglia di fare, di imparare anche la nostra lingua e i nostri costumi - senza cancellare assolutamente i propri - deve essere il benvenuto.
Sono, infine, contro ogni finto perbenismo e contro lo sfruttamento.
E tu cosa ne pensi?
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