Il turismo è l’energia del nostro Paese.
“Pesa” circa il 7,0% del PIL nazionale oltre al 7,1% degli occupati (con 1,7 milioni di addetti).
Numeri che, addirittura, raddoppiano se andiamo ad includere anche le attività economiche ad esso riconducibili, quali gli alloggi (sia alberghieri che in abitazioni private), la ristorazione, il trasporto di passeggeri, il commercio al dettaglio, le agenzie di viaggio e i tour operator, oltre ai servizi culturali, sportivi e di intrattenimento.
Nel periodo pre-pandemia, l’Italia era quarta in Europa per numero di presenze totali (dietro a Spagna, Francia e Germania), con oltre 430 milioni di presenze annue, una quota maggioritaria di turisti stranieri (diversamente da Francia e Germania che, invece, beneficiano di un mercato interno più sviluppato).
La crisi sanitaria, a cui è stata collegata una rigida politica di chiusure, ha determinato, nel 2020, la grave crisi del settore, che ha fatto registrare una contrazione del proprio giro di affari di oltre il 50%, con la perdita di oltre 300 mila posti di lavoro, ed un impatto gravemente negativo, soprattutto, sulle piccole e medie imprese, che in Italia rappresentano l’80% delle aziende del settore.
Il corrente anno sta, però, conoscendo una buona ripresa.
L’Italia torna ad essere protagonista: una delle principali mete dei viaggi internazionali e traino della ripresa economica del Paese.
Anche Milano si riaffaccia al ruolo fortemente attrattivo, che ne ha contraddistinto lo sviluppo negli ultimi anni.
“Milano Capitale d’Europa, non solo sotto il profilo economico ma anche turistico. Questo mi aspetto dal futuro”.
Sarà un sogno, forse no.
Così mi sono espresso in occasione del recente incontro con Roberta Guaineri, Assessore Turismo, Sport e Qualità della vita del comune di Milano e Alan Rizzi, Sottosegretario di Regione Lombardia ai rapporti con le delegazioni internazionali.
A loro ho, quindi, rivolto l’invito affinché la politica possa attuare misure idonee a colmare le lacune strutturali che pongono l’Italia in una posizione di maggiore difficoltà rispetto ai propri principali concorrenti: infrastrutture, digitalizzazione dei servizi, semplificazione burocratica, trasporti, sostenibilità ambientale saranno alcuni degli ambiti sui quali occorrerà, dunque, intervenire.
Anche e soprattutto attraverso i fondi che giungeranno dall’Europa.
Affinchè il sogno possa davvero trasformarsi in realtà.
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