“Chi è l’imprenditore o il professionista vincente?”, ecco la recente domanda che mi è stata posta.
La risposta, almeno dal mio punto di vista, è semplice: chi sa circondarsi di, e coordinare persone di fiducia, qualità, dotate di etica e disponibilità.
Ritengo, infatti, che siano il senso di appartenenza ad un gruppo, il lavoro di squadra, lo spirito di reciproca collaborazione e la volontà di emergere insieme, migliorandosi quotidianamente, a fare la differenza.
Non è, però, cosa semplice.
Perché?
E’ sufficiente dare un’occhiata, anche dall’esterno, a quanto accade in diversi gruppi di lavoro, presenti all’interno anche di una medesima realtà aziendale o professionale, per capire cosa non funziona, frenandone la crescita, anche in presenza di talenti individuali: spiccata prevalenza dell’“io” sul “noi”, disinteresse a valorizzare le risorse, indisponibilità ad ascoltare le esigenze altrui, assenza di autocritica, adozione di atteggiamenti spesso aggressivi e maleducati.
In altri termini, assai spesso, manca l’empatia!
Cioè il volersi aprire agli altri, il saperne ascoltare attivamente e comprendere le esigenze, il tentare di risolverne i problemi.
Con trasparenza, pragmatismo, discrezione e disponibilità.
Così da favorire la creazione di un ambiente di lavoro, per quanto più possibile, sereno, dinamico, collaborativo, che possa influenzare positivamente le risorse a creare, al proprio interno, rapporti di amicizia, certezza e fiducia.
E l’imprenditore?
Dovrà essere in grado di creare tutto ciò, diventando, a sua volta, punto di riferimento, motivatore della propria squadra e fonte di ispirazione per chiunque gli/le stia intorno.
Dovrà cercare di migliorarsi ogni giorno, rafforzare il proprio percorso di formazione, saper innovare, essere pronto e disponibile ad imparare dal confronto, saper scegliere le risorse più affidabili e capaci, premiare e valorizzare il merito che lo circonda.
Senza aver, dunque, paura di aprirsi agli altri, ma con fiducia, volontà di condivisione, etica e, soprattutto…con il sorriso!
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