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Come migliorare l'Italia che vorrei. I miei primi 5 punti. E i tuoi?

Immagine del redattore: Nicola SpadaforaNicola Spadafora

La situazione economica, culturale e politica dell'Italia è sotto gli occhi di tutti.

Sei d'accordo con me che non sia delle migliori?


Il Governo si è dimesso e tra un mese e mezzo noi italiani saremo chiamati ad eleggere il nuovo Parlamento.


Sarà tutto inutile? Non cambierà nulla?

Ci saranno sempre stesse facce e potenti invisibili che muoveranno i fili?

Credo di no.

Se lo credessi non mi impegnerei tutti i giorni per aiutare le imprese, i lavoratori, i liberi professionisti, le partite iva, ovviamente le famiglie.

Le elezioni, dunque, si avvicinano.

Io ho tanto da chiedere, oltre che da dare, e tu?

Ecco allora, in sintesi, un primo elenco di priorità per rendere l'Italia migliore, lista che nei prossimi giorni diventerà sempre più lunga.


1) Abbassare le tasse ed aumentare gli stipendi (intervenendo anche sul cuneo fiscale).

2) Ridurre sprechi e tempi della pubblica amministrazione (attraverso una vera spending review oltre alla semplificazione della burocrazia e degli interventi pubblici.

3) Regolarizzare l'immigrazione: no al traffico di esseri umani, sì all'accoglienza e all'integrazione, regolata da leggi che tutelino gli italiani e i futuri italiani. Sono sempre dalla parte delle persone oneste e con voglia di fare.

4) Creare fonti di energia pulita che ci rendano sostenibili e il più possibile indipendenti: su questo fronte siamo in ritardo di 50 anni. Rimbocchiamoci le mani, da subito.

5) Potenziare l'istruzione: abbiamo un'altissima percentuale di analfabetismo funzionale, le scuole fanno quello che possono anche se è troppo poco.

Se il futuro sono i giovani di oggi, dobbiamo dare loro gli strumenti per sognare, imparare a essere grandi e disegnare il mondo del domani.

Vuoi darmi anche il tuo contributo?



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