La pandemia sta cambiando e come il mondo del lavoro? Questa domanda ci riguarda tutti, nessuno escluso. Dai bambini ai pensionati, con in mezzo imprenditori, lavoratori ed anche disoccupati.
La risposta è una sola: sì, lo sta stravolgendo, forse più della prima, seconda e terza rivoluzione industriale. Ma cerchiamo di vedere in positivo.
Con la prima (dal 1760 alla prima metà dell’800) c’è stato il passaggio dalla società agricola, artigiana e rurale a quella meccanicizzata mossa dal vapore. Con la seconda rivoluzione industriale (dal 1856-1870 alla prima metà del ‘900) ha fatto irruzione l’elettricità.
La terza (1960-2015) ha coinciso con l’informatica e l’innovazione tecnologica.
Oggi, nel pieno della quarta rivoluzione industriale, partita simbolicamente nel 2017 – fatta di connessioni 5G, intelligenza artificiale, digital transformation e tanto altro ancora – si è abbattuto il Covid19.
Molte persone hanno perso il lavoro, tantissime aziende sono in sofferenza, molte hanno chiuso, altre lo faranno.
Tra evoluzione della pandemia e PNRR, di certo c’è che ci saranno tantissime risorse a disposizione, ma sarà necessario fare in modo che arrivino a tutti i cittadini.
Nelle grandi aziende, quelle che due anni fa erano le prove di smart working una sola volta al mese, poi un giorno o due a settimana, sono diventate la norma quasi ovunque per chi si occupa di servizi o non è impiegato tout court nella produzione.
Però, c’è una luce da seguire: non dimentichiamoci della quarta rivoluzione industriale. Era già partita, gli eventi degli ultimi due anni l’hanno solo accelerata.
Non so cosa vuoi fare, cosa ti piace fare, cosa sia meglio per te. Ma sono sicuro che il settore green e soprattutto quello digital sono non solo il nostro futuro, ma già ampiamente il nostro presente.
È in questa direzione, ne sono convinto, che bisogna concentrarsi. Tu cosa ne pensi?
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