Sono un figlio d’arte, anzi del diritto. Sia mio padre che mio fratello hanno fatto una carriera e una scelta di vita legata alla giurisprudenza. Il primo come libera professione, il secondo nell’insegnamento. La vita ha voluto, poi, che mi innamorassi e sposassi un’imprenditrice.
Per i nostri due figli, in piena sintonia e contrariamente alle nostre esperienze personali, li abbiamo fatti avvicinare e incuriosire per le materie scientifiche.
Da una parte le nuove generazioni sono molto più aperte e quasi naturalmente vocate in quello che è tecnologico e digitale. Dall’altra abbiamo fatto una riflessione analizzando il mercato che spingeva e ancora di più oggi spinge nella ricerca di figure skillate in questi campi. Al momento frequentano entrambi il liceo scientifico – e immaginerete che emozione se ci penso più di qualche secondo, ricordando quando erano appena nati – manifestando grande interesse per il percorso di studi intrapreso.
Oltre allo studio scolastico, facciamo integrare con ulteriori lezioni la lingua inglese, per migliorare anche questo fondamentale e imprescindibile asset personale.
Nella vita, però, lo studio e la teoria non sono tutto. Lo sport, ad esempio, è un altro fattore determinante per la formazione a trecentosessanta gradi di una persona. Ti aiuta a essere competitivo, credere in un risultato, saper vincere e saper perdere, cadere e rialzarti, andare dritto su certi ostacoli ed evitarne altri.
Un po’ per la passione in famiglia, un po’ perché la neve piace a tutti i bambini, li abbiamo anche messi sugli sci. E sono diventati molto bravi arrivando a competere anche a livello nazionale, ma soprattutto imparando le lezioni pratiche che ho descritto. Questa è la più grande vittoria.
A questo punto solo il futuro potrà dirci se l’impegno di oggi si trasformerà nella passione di domani. Al di là di qualsiasi studio intrapreso, l’importante è trovare la propria strada. Questo, da genitore, è il miglior augurio che possa dare ai miei figli.
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