Finita (quasi) un’emergenza se ne sta abbattendo un’altra.
Dopo la pandemia – anzi in questo momento insieme ad essa – ecco il caro bollette.
Dalle stagioni nere del Covid, pian piano, ne stiamo uscendo. Sarà sicuramente merito dei vaccini, di gran parte della popolazione che si è comportata il meglio possibile, del procedere col metodo del “trial and error” rispetto ad una situazione davvero senza precedenti.
Ma il caro bollette che coinvolge indistintamente famiglie e imprese non ci voleva proprio.
Entro la fine dell’anno l’inflazione potrebbe raggiungere il +5,6%.
In un anno sono state chiuse oltre 4mila imprese.
Ad oggi, per il mese di marzo 2022 le camere d’albergo sono per l’80% senza prenotazioni.
Nei condomini iniziano ad arrivare rate straordinarie dovute all’aumento dei prezzi del gas (+100% circa in un anno).
Cosa fare? La situazione non è facile e non ho la sfera di cristallo. Anche se vorrei. Ma ecco alcune riflessioni.
Primo: intanto, dobbiamo riaprire il prima possibile il Paese; l’emergenza sanitaria con la “E” maiuscola sembra terminata. Meno lavoro e pochi turisti, infatti, significano meno guadagni per tutti, dagli imprenditori ai dipendenti. E anche tanti incassi in meno per lo Stato, visto che non si generano tasse.
Secondo: controbilanciare gli aumenti con sgravi sulla tassazione, contributi a fondo perduto, incentivi alla produzione.
Terzo: visto che l’Italia è il paese europeo che dipende più di tutti dagli altri, abbiamo l’occasione di pensare – molto seriamente e concretamente – a creare fonti energetiche alternative a quelle fossili. Siamo ricchi di sole, di vento, di acqua. Cosa aspettiamo ancora?
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