Cosa c'è di più bello che parlare di giovani e con i giovani? Se poi l'occasione è anche quella di seminare il futuro del mondo dell'impresa, allora essere in prima linea domani all'evento TalentUp è un orgoglio e una responsabilità doppia.
Quando prendiamo ad esempi positivi Paesi stranieri, mi viene da sorridere. È vero che ognuno ha le sue eccellenze, ma l'Italia non è seconda a nessuno! Grazie alla sua voglia e capacità di saper fare, dalle maestranze agli imprenditori, dai professionisti ai dipendenti, dai sognatori giovani e meno giovani che siano.
Diciamocelo però: cosa sarebbe l'Italia senza il mondo dell'impresa?
Ecco che diventa sempre più prioritario sapere le inclinazioni dei ragazzi in età scolare e promuovere l’attività di impresa sin da ragazzi per cercare di indirizzare i talenti per l’impresa. Anzi, talenti si nasce, poi bisogna crescere e lo si può fare proprio stando a stretto contatto col mondo dell'impresa.
Oggi la nostra società consumistica spinge troppi ragazzi a volere tutto e subito. Fare impresa, invece, significa sacrificio, passione, tempo, caparbietà, pazienza: l’effetto è che i giovani non sono attratti dal fare impresa.
Quindi occorre partire da loro (e con loro!) per far capire che senza impresa non c’è lavoro, non c’è sviluppo, non c’è crescita. Oserei dire, non c'è vita e non c'è Italia.
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