Primo: le critiche all’invasione dell’Ucraina non si possono mettere in discussione.
Secondo: le sanzioni e gli embarghi finora comminati alla Russia non si possono mettere in discussione.
Terzo e non ultimo: le gravissime difficoltà di migliaia di aziende e di lavoratori in crisi per il blocco improvviso dei rapporti economici con Mosca non si possono mettere in discussione.
Io ritengo che la risoluzione del conflitto non sia solo molto delicata, ma ben al di sopra di ciò che può fare oggi il nostro Paese. Ma incrociamo le dita.
Sul secondo, la materia è decisamente delicata. Legittimo e giusto punire il Governo russo, ma bloccando indistintamente qualsiasi attività, rapporto, scambio, commerci tra liberi cittadini e libere imprese, abbiamo creato a cascata la terza conseguenza.
L’export verso la Russia è fermo. Non si possono incassare né versare somme. Tutti i contratti sono di fatto sospesi. Se sono stati ricevuti anticipi, non si possono neppure restituire, al contrario se si sono dati, non si può richiederli.
Le imprese sono il motore del Paese, basterebbe farle lavorare, sgravandole da burocrazia ed eccessivi impedimenti legislativi. Le imprese e i lavoratori italiani rilancerebbero l’Italia in pochi m
esi.
Cosa fare però oggi? Va immessa liquidità. Io non amo i ristori, perché sono la prova provata di un fallimento sociale. Sono l’estrema ratio.
Dovevamo però pensarci già “ieri”. Perché due anni di pandemia sono un’eternità per trovare soluzioni. Perché milioni di persone hanno perso potere d’acquisto e addirittura i soldi per arrivare a fine mese. Perché il gas e l’energia elettrica sono iniziati a salire ben prima dell’invasione in Ucraina.
Secondo te cosa potrebbe e dovrebbe fare il Governo italiano?
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