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Immagine del redattoreNicola Spadafora

Messa in sicurezza nelle Marche: una (brutta) foto dell'Italia. Ma...


Uno stralcio di un documento pubblicato dall'Ansa sulla tragedia nelle Marche evidenzia come "... siano necessari diversi interventi per potere mettere in sicurezza il Fiume Misa in particolar modo all'interno dell'abitato di Senigallia e poco a monte dello stesso".

La data? Anno 2016. In sei anni cosa è stato fatto? Purtroppo poco o nulla. Gli interventi avrebbero potuto salvare tutte o alcune delle vite strappate con l'alluvione nei giorni scorsi? Molto probabilmente sì.

Mentre nel territorio marchigiano si piangono ancora morti e dispersi, una riflessione molto pratica va fatta. Anche nel loro rispetto.

In questa tragedia le Marche rappresentano lo specchio dell'Italia. I problemi si conoscono, si trovano le soluzioni progettuali, spesso ci sono anche i soldi. Noi italiani, onestamente, non siamo gli ultimi arrivati.

Ma? C'è purtroppo un grandissimo "ma"! Tra sprechi, sistematici rialzi dopo gli appalti, ditte che falliscono chissà perché durante i lavori, lentezza burocratica e menefreghismo, i problemi restano lì sotto la luce del sole per anni e anni.

Poi arrivano le elezioni e personaggi e partiti che magari governano da decenni promettono miracoli. Ci dobbiamo fidare ancora una volta?

La mia risposta credo tu la sappia. Vorrei tanto che le cose cambiassero. Non sono ottimista, ma bisogna andare avanti: alternative non ce ne sono!

L'unica raccomandazione che mi preme condividere con te, è comunque scegliere. Andare a votare domenica 25 settembre è un atto di responsabilità. Votare bene è difficile, ma non farlo è comunque essere complici del non cambiamento.

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