Fine di tutte le tipologie (sanità a parte) di green pass il 1° maggio? È un’ottima notizia quella trapelata ieri dalla cabina di regia del Governo.
Si torna finalmente alla normalità nei fatti e nella norma. Anche se il Covid non è scomparso, i dati fanno pensare si stia trasformando in un virus endemico, con cui dovremo sì convivere, forti però di oltre due anni di esperienza, della massiccia campagna vaccinale, delle cure mirate all’insorgenza già dei primissimi sintomi.
Questa decisione si poteva anticipare? A mio avviso, assolutamente sì. E si doveva farlo almeno prima di Pasqua – che cade il 17 aprile – dando un segnale positivo di ripartenza, dell’arrivo di una nuova primavera stagionale ma anche psicologica.
Se è vero che con il 90% tra vaccinati e guariti l’Italia è pressoché in regola con green pass base o rafforzato, la questione fortunatamente si può e si deve spostare su altri piani.
Appunto, quelli dell’ottimismo e quindi del turismo, del lavoro, dell’occupazione. Insieme al conflitto in Ucraina, questa è l’altra grandissima vera urgenza del nostro tempo.
Un Paese ancora in emergenza sanitaria – e siamo rimasti soltanto noi in tutta Europa e non solo – non è attrattivo per gli stranieri, non è stimolante per gli italiani.
Le persone sono sempre più chiuse in se stesse, c’è ancora troppa paura, non si è tornati a vivere come prima.
Chissà non ci si ripensi prima del prossimo Decreto Legge. Del resto, la Pasqua nella nostra tradizione è sinonimo anche di rinascita.
Che ne pensi della fine del green pass?
Quale data sarebbe per te più sicura e corretta?
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