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Immagine del redattoreNicola Spadafora

Pubblico e privato: insieme per una società migliore


Parafrasando Aristotele, la “sostanza” siamo noi cittadini-esseri umani. Gli “accidenti” è tutto ciò che la società ha creato per favorire la vita su questo pianeta.


Purtroppo, con i secoli, la formula si è invertita. La società viene prima e i cittadini sono relativi e diventano il più delle volte l’ultima ruota del carro.


È forse per questo motivo che la burocrazia è diventata una sorta di “grande fratello”?


Che le leggi pensate dai nostri antichi padri a funzione delle persone, oggi siano un eccesso quasi inestricabile?


Che le persone non si sentano più rappresentate dalla politica?


Che lo Stato da molti sia considerato (comunque a torto) come un nemico o – nella migliore delle ipotesi – un amico da cui guardarsi le spalle?


Qual è una delle possibili strade per ridurre la distanza tra istituzioni e cittadino, tra pubblico e privato? Credo sia quella di incentivare proprio il partenariato pubblico-privato.


Al di là e anche in virtù dei finanziamenti del PNRR (in parte a fondo perduto e in parte come nuovo debito che pagheranno le future generazioni...), pubblico e privato sono le due facce della stessa medaglia che, solo lavorando insieme, possono fare la differenza in positivo.


Storicamente in Italia il pubblico non ha finanza e liquidità per certi progetti. E neanche la velocità di prendere decisioni.


Vediamo lo Stadio San Siro a Milano. Esistono società private disposte a investire quasi 1 miliardo di euro per una struttura all’avanguardia in Europa. Qual è invece la realtà? Siamo fermi da anni in una fase valutativa per vedere i “se”, i “come”, i “perché”...


Ma al di là dell’esempio di San Siro, è il modus operandi su cui voglio far riflettere... Come già sottolineato in un recente post sul nuovo ponte di Genova, ricostruito in meno di 24 mesi, quando il meglio dell’Italia si unisce, quando chi rappresenta il pubblico e il privato sono all’altezza del loro ruolo, il risultato non può essere che positivo.


Ovviamente, sia la politica, sia le imprese, devono fare la propria parte. Senza gelosie, contrapposizioni, ricatti, infantilismi, guerre di potere e tanto altro di peggio ancora.


Le mie sono parole, spero in tanti le condividano per farle diventare fatti. Che ne pensi?

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