Il recente intervento normativo (il decreto su fisco e lavoro approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 ottobre, a modifica dell'art. 14 del Testo unico sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - Dlgs 81/2008) nasce con il duplice intento di far cessare, da un lato, il pericolo per la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori e, dall'altro lato, di contrastare il lavoro irregolare.
A chi si applica?
A tutte le aziende, indipendentemente dal settore in cui operano e dal numero dei lavoratori impiegati (per le sole ipotesi di lavoro irregolare, le nuove norme non trovano applicazione nel caso in cui il lavoratore risulti l'unico occupato dell'impresa).
Quando si applica?
Da una parte, in caso di gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro specificatamente individuate (quali: la mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi; la mancata formazione ed addestramento; la mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile; la mancata fornitura del dispositivo di protezione individuale contro le cadute dall'alto; la mancanza di protezioni verso il vuoto) e, dall'altra parte, nell'ipotesi in cui almeno il 10 per cento (anziché il 20 per cento, come in precedenza previsto) dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro risulti occupato senza preventiva comunicazione del rapporto di lavoro.
Quali sono gli effetti?
La sospensione immediata (dalle ore dodici del giorno lavorativo successivo ovvero dalla cessazione dell'attività lavorativa in corso che non può essere interrotta, salvo che non si riscontrino situazioni di pericolo imminente o di grave rischio per la salute dei lavoratori o dei terzi o per la pubblica incolumità) della parte dell'attività imprenditoriale interessata dalle violazioni o, alternativamente, dell'attività lavorativa prestata dai lavoratori interessati dalle specifiche violazioni.
Per l'intero periodo di sospensione, potrà essere fatto divieto all'impresa di contrattare con la pubblicazione amministrazione.
Ai fini della revoca del provvedimento interdittivo, sarà dovuto, oltre al ripristino delle regolari condizioni di lavoro ed alla regolarizzazione dei lavoratori non risultanti dalle scritture, il pagamento di somme aggiuntive collegate a ciascuna violazione contestata.
Chi ha il potere di sospendere l'attività?
L'Ispettorato nazionale del lavoro, le aziende sanitarie locali (nell'ambito di accertamenti in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro) e il Comando provinciale dei vigili del fuoco territorialmente competente (in occasione dell'accertamento delle violazioni in materia di prevenzione incendi).
E se il datore di lavoro non esegue il provvedimento di sospensione?
E' punito con l'arresto fino a sei mesi nelle ipotesi di sospensione per le violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e con l'arresto da tre a sei mesi o con l'ammenda da 2.500 a 6.400 euro nelle ipotesi di sospensione per lavoro irregolare.
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