È italiano o non è italiano? È immigrato? È figlio di immigrati? I più drammatici e recenti fatti di cronaca dividono l’opinione pubblica e la politica, sul come considerare ed etichettare una persona nei titoli e negli articoli dei giornali.
Sicuramente si impongono alcune riflessioni. Provo ad argomentare le mie.
In un mondo in rapida evoluzione, l'immigrazione regolare rappresenta non solo una necessità, ma anche un'opportunità per il nostro Paese. Dati recenti evidenziano quanto sia fondamentale promuovere un’immigrazione sicura e controllata per sostenere il nostro tessuto economico e imprenditoriale.
Attenzione, ridico e sottolineo: un’immigrazione sicura e controllata! E aggiungo: chi arriva in Italia deve diventare italiano a tutti gli effetti. Rispettando le regole, imparando la nostra lingua, integrandosi appieno e diventando orgoglioso di essere un nuovo italiano. Inoltre, le leggi devono tutelare - e non far passare in secondo piano - chi è italiano da generazioni e generazioni, soprattutto in momenti difficili come quello che stiamo vivendo. Noi italiani non voltiamo le spalle a nessuno, quando chi ci troviamo di fronte a chi ha bisogno di aiuto. Ma non vogliamo e non dobbiamo essere presi in giro da finte politiche di accoglienza fatte solo per raccogliere voti.
Oggi, molte imprese italiane affrontano una crescente carenza di manodopera specializzata, un problema che rallenta la nostra crescita economica. L’immigrazione regolare può offrire una soluzione concreta, fornendo alle nostre aziende le competenze necessarie per competere a livello globale. Non si tratta solo di soddisfare la domanda di lavoro, ma di arricchire il nostro Paese con nuove energie e nuove prospettive.
📊 I dati parlano chiaro: l'Africa, ad esempio, con la sua popolazione giovane e dinamica, rappresenta un partner strategico per l'Italia. Investire in rapporti economici con il continente africano non solo promuove lo sviluppo locale, ma crea anche un ponte diretto per facilitare l’arrivo di forza lavoro qualificata nel nostro Paese. Attraverso programmi di formazione mirati e accordi bilaterali, possiamo costruire una cooperazione che benefici entrambi i lati del Mediterraneo.
Credo fermamente che l’immigrazione regolare sia la chiave per un futuro prospero e sostenibile. Dobbiamo agire con visione e responsabilità, creando politiche che favoriscano l’integrazione e lo sviluppo reciproco. Il nostro impegno deve essere quello di promuovere una cultura dell’accoglienza che sia al tempo stesso inclusiva e rispettosa delle esigenze del nostro mercato del lavoro.
🤝 È il momento di guardare oltre i confini, di costruire ponti e non muri. L’immigrazione regolare non è una minaccia, ma una straordinaria opportunità per l’Italia di crescere e di rafforzare la sua presenza nel mondo globalizzato.
Occorre essere pronti a guidare questo cambiamento, consapevoli che solo attraverso una gestione lungimirante dell'immigrazione potremo garantire un futuro migliore per tutti.
Siamo, infatti, in un’epoca nuova, dove vanno premiate le scelte di integrarsi fatte con lo studio, il lavoro, lo sport e anche con il servire nelle forze armate, le quali porteranno gli immigrati regolari e i loro figli, a diventare cittadini Italiani!
Devono essere presentate leggi, che favoriscano questa integrazione attraverso iter che abbiano l’obbiettivo finale, di avere cittadini che credono, appartengono e amano l’Italia!
Come lo sono stati i nostri migranti, tra la fine del 1800 e il 1970, in tutti i paesi in cui si sono stabilit: USA, Canada, Australia, Venezuela, Brasile, Argentina, Francia, Germania, Belgio, una comunitá con le proprie tradizioni, ma integrata a tutti i livelli nei nuovi paesi di appartenenza!
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