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Immagine del redattoreNicola Spadafora

Ho vissuto periodi di sconforto, ma la soluzione è non arrendersi!




Chi mi conosce bene dice di me che sono un professionista, che non mi fermo mai, che ho

grande entusiasmo e che considero il bicchiere sempre mezzo pieno. Chi mi conosce molto

bene dice di me, inoltre, che sono anche testardo, ostinato, caparbio. In effetti, se penso a

quando a 27 anni ho deciso di catapultarmi a Milano, gli devo dare ragione. Avevo uno studio di

famiglia su cui contare, ma ho deciso di prendere una mia strada. Tutta in salita, anche se

spinta da tanta aspirazione.

Dopo alcune esperienze presso studi legali d’affari, ho deciso, poco più che trentenne, di aprire

il mio studio: ho iniziato l’attività senza un cliente, senza un euro di fatturato, in una stanza di 6

metri quadrati, senza risorse. Per di più di lì a breve mi sarei sposato.

Provate a chiudere gli occhi e immaginare quando vivi in una città nuova, quando il telefono ha

difficoltà a squillare, quando i primi contatti e incontri non si concretizzano, quando gli incarichi

tardano ad arrivare, quando arrivano le fatture da pagare, quando hai la famiglia da curare. Lo

sconforto e la paura crescono, ma è in quel momento che bisogna attingere ai propri valori,

tirare fuori tutta la voglia di fare e l’ambizione, buttare il cuore oltre l’ostacolo.

Poi le cose vanno meglio, ma la vita a volte è una montagna russa. Di quelle, però, su cui non ti

diverti sempre a salire e scendere.

E allora ti rendi conto che, dopo tanti sacrifici, hai fatto degli investimenti che si sono poi rivelati

sbagliati. Che aprendo i saldi delle banche vedi che ci sono i conti da far quadrare. Che può

essere necessario impegnare ciò che hai.

Dove imparare a superare lo sconforto? La vita quotidiana è il miglior master che esista! Tu per

te stesso sei il miglior insegnante che si possa trovare sulla piazza. Certo la famiglia può esserti

di aiuto, alcuni professionisti possono darti dei consigli azzeccati, la fortuna può metterci lo

zampino. Ma l’ingrediente fondamentale è uno solo: non arrendersi.

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