
Quante polemiche in questi giorni sui mitici biliardini (o calciobalilla). Chi non ci ha mai giocato alzi la mano! Al bar, nel doposcuola, al mare, in oratorio, ovunque. Il biliardino è un oggetto di divertimento senza età, dagli adulti fino indietro ai più giovani.
Ti ricordi da piccolo o da piccola quando a malapena arrivavi a vedere la pallina che schizzava tra le otto file di omini blu e rossi? E poi, man mano che passavano gli anni, la soddisfazione di prendere confidenza con le maniglie, vedendo le rullate infinite lasciare il posto ai colpi ben assestati?
Da quello che apprendo, non ci sarebbe nessun aumento sulla tassa che gli esercenti devono versare. L'Agenzia delle Dogane, infatti, ha sottolineato che "sotto l'aspetto tributario, tali apparecchi sono assoggettati, da oltre venti anni, all'imposta sugli intrattenimenti".
Cosa è cambiato, allora?
In pratica, è stata data attuazione ad una legge del 2012 (sì, hai letto bene!), che accomuna i biliardini a slot machine e altri giochi, imponendo una certificazione e una autorizzazione a possederli, anche se il gioco è gratis.
Quindi niente aumenti per l'imposta sugli intrattenimenti ma il rischio di veder applicate sanzioni in caso di assenza di autorizzazione.
Io vado oltre. Come è possibile esista una tassa sui biliardini? Un esercente già paga le tasse (salate) nel momento dell'acquisto, paga le tasse (salate) sull'immobile dove il biliardino è posizionato. Poi, pagherà le tasse su quello che incassa, anche se nella maggior parte dei casi i biliardini sono gratuiti. E tali dovrebbero restare, perché sono uno strumento di socialità, di svago, di divertimento.
Cosa ne pensi?
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